Lo so, dopo un certo periodo di assenza uno si potrebbe aspettare un post dove si disserta sul motivo di quest’assenza. E confesso che mi piacerebbe pure. temo (la verità) di non essere ancora pronto. Diciamo solo che è un bel periodo.
Ad esempio, una delle cose belle che mi è capitata è stato di andare al cinema del paesello, per recuperare Jersey Boys. Il cinema in sé non è proprio un vero cinema, la sala è un po’ troppo rumorosa e l’impianto audio mediocre, però… a tre minuti da casa. Sento già la voce dell’amica A che non perderà occasione di ribadire “Lo vedi che devi venire ad abitare in centro!”. Ma questa, come direbbe Lucarelli, è un’altra storia e non è oggi che verrà raccontata.
Vedi che sono proprio arrugginito… Dieci minuti che scrivo e non ho ancora messo la locandina. Rimedio subito (Ah, l’età).
Inizierei a dire che mi è piaciuto, Clint Eastwood ancora una volta prende un pezzo di storia americana e lo racconta. È quasi impossibile non riconoscere i motivi che sono stati i successi del gruppo ed è incredibile come non mi ricordi di aver mai sentito nominare “Frankie Valli and the Four Seasons” prima di ora. Se ci penso, ora come ora, mi evoca “C’era una volta in America”, con la differenza che qui i ragazzini da pedine della malavita riescono a riscattarsi davvero.